CONFLITTI DI TERRITORIO (3): DR JEKYLL E MR HYDE.

07.04.2020



Questo articolo tra i tre (conflitti di territorio: 1- coppia e smartworking, 2 - genitori e figli) è stato sicuramente il più complesso da scrivere.

La difficoltà di relazione con un secondo interlocutore può essere superata, se c’è la volontà, tramite il dialogo. Burrascoso o meno che sia, valutando le reazioni dell’altro a te e le tue a lui, si può sperare di trovare quell’equilibrio che aiuterà entrambe le parti a vivere in maniera quanto più serena possibile la convivenza forzata da quarantena. E, come abbiamo visto negli articoli precedenti, il Feng Shui può sostenere questa ricerca di dialogo e può eliminare quegli stimoli ambientali che invece porterebbero tensione e scontri.
Ma si può sperare di ottenere un risultato simile quando siamo noi stessi il nostro interlocutore???
Non solo ci manca la controparte per un sano confronto ma noi stessi siamo nel nostro stato peggiore… o migliore! Eh si, perché diciamolo, chi sta passando il lockdown in solitudine più degli altri si sta rendendo conto dei propri cambiamenti di umore repentini piuttosto snervanti: un minuto si raggiunge il dharma, quello dopo si è seppelliti sotto uno strato spessissimo di coperte semplicemente perché non si sopporta la vista delle nuvole che coprono il sole. Lo stesso vale per l’iperattività e la buona volontà di usare tutto il tempo “finalmente” a disposizione come meglio si può: i giorni in cui si provano tutti i tipi di allenamenti casalinghi a quelli durante i quali si passano 72 ore di fila sul divano davanti a Netflix; le mattine in cui si recuperano i contatti di gente persa di vista 15 anni prima e ci si attacca al telefono in opposizione ai pomeriggi in cui solo vedere il simbolino blu di facebook fa venire la nausea; la bravura dei mille chef improvvisati (e fortuna che siamo italiani! Pensate agli inglesi senza questa valvola di sfogo…) alternata all’inappetenza; per non parlare della lettura dei giornali, alla ricerca delle notizie vere e false, lo slalom tra le mille polemiche politiche ed i numeri, dati che di per sé a poco servono, e si sa che non hanno senso in mancanza di una giusta interpretazione ma non si riesce a fare a meno di costruire montagne di grafici mentali per poi, tristi, tornare sotto le coperte di cui sopra.
No, non è facile. Non si può negare la realtà di essere in una casa vuota se si è da soli, né la monotonia infinita di giornate che paiono uscite dal set di “Groundhog day”, si deve imparare a convivere con solitudine e sbalzi di umore.

Quindi come riuscire ad usare il Feng Shui a nostro vantaggio in questo caso?
Questa volta la risposta è arrivata in maniera un po’ meno immediata e “facile”. Mi sono avvalsa di un concetto ben spiegato da Giovanni Castiglioni (operatore cinofilo, pagina facebook La_Casa_Dei_Cani_Matti) durante le sue dirette di questi giorni che mi ha permesso di riflettere su quali informazioni inserire e come intervenire nell’ambiente di chi si trova da solo in casa e vive lo stato emotivo descritto sopra.
Il concetto di ancoraggio emotivo è molto semplice quanto efficace: un cane, se associa ad un oggetto solo esperienze negative non ne vorrà aver niente a che fare e quindi diventa necessario creare delle esperienze positive ad esso collegate per far si che la bestiola si avvicini di nuovo e lo usi/accetti tranquillamente. Si deve cioè creare una memoria emozionale che inneschi nella mente dell’animale una reazione che lo porti ad un buon livello di comfort o di felicità.
Semplice esempio di ciò la macchina. Questa non sarà vista di buon occhio se usata solo per portare il cane dal veterinario (quindi presumibilmente quando sta già male e viene trasportato in un ambiente che vive con disagio) o per lunghi e sofferenti viaggi estivi sotto il sol leone. Ma se la si usa anche per raggiungere un bel bosco per fare grandi e belle passeggiate, o altri posti che a lui son consoni, sarà considerata come veicolo anche per cose piacevoli.
Questo concetto, che sembra essere così lontano al “razionalissimo” mondo umano non lo è affatto. Come spiegato durante le conferenze introduttive al Feng Shui da me tenute, questa disciplina lavora sui livelli percettivi dell’uomo, quelli cioè che hanno radice nelle nostre reazioni istintive. L’uomo legge l’ambiente, da cui viene influenzato, tramite gli stimoli che riceve e lo interpreta grazie alla sua struttura animale (biologica e psicologica).
Su questa base allora perché non creare in casa un ancoraggio emotivo positivo per delle postazioni specifiche?
Si può costruendo un angolo ideale, una poltrona o un divano comodi in cui ci si siederà ogni qualvolta si riceve una telefonata da una persona cara o delle videochiamate dagli amici. Possibilmente sarà in prossimità di una finestra (sotto il sole meglio!) ma con le spalle ben protette da un muro solido (qui ci sarebbe da aprire una parentesi ma mi limiterò a dire che questo fa sentire protetti e tranquillizza). Se si hanno delle piante a foglie larghe e dei fiori in giro per casa si possono portare pure lì vicino, in modo che stiano lì tutti intorno e siano a vista quando si è seduti. Alle piante ed al verde è associata l’energia legno e gli elementi ad essa collegati portano l’informazione di collaborazione, vitalità, serenità, espansione, favorendo i rapporti sociali e l’amicizia.
È bene sentirsi liberi di usare questo angolino anche quando non ci si trova in collegamento virtuale con nessuno, ed in quel caso si abbina un buon libro e/o una bella musica, NON il vocìo incessante del telegiornale, ma una musica piacevole e rilassante, non troppo alta ma come allegro sottofondo.
Si deve tentare di non “rovinarlo”, stare lì solo quando si sente il bisogno di stare tranquilli, altre le postazioni che si dovranno usare per mangiare o lavorare, quello deve diventare temporaneamente un rifugio per la socialità e per i momenti in cui stare bene con noi stessi, un angolo di pace in questi giorni non proprio allegrissimi, in cui mr. Hyde e dr. Jekyll potranno convivere in armonia e studiarsi a vicenda senza giudizio.
Lockdown, how we feel inside our houses. How feng shui can help

Conflitto di territorio (1): coppia e smart working

Conflitto di territorio (2): genitori e figli

Conflitti di territorio (3): Dr Jekyll e Mr Hyde

... E se questo periodo portasse con se la necessità di un cambiamento anche all'interno delle nostre case (oltre che nelle nostre vite) ?!?